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Milano : Mondadori, 1979
15 febbraio 2019 alle 16:16
Che cosa genera una società che non è in grado di dare certezze, sicurezze, ideali, scopi ed equilibrio ad un giovane buono nell'animo, ma schiacciato dai propri sogni infranti? Inadeguatezza infinita. Ciò che in uno spirito più molesto avrebbe causato disagio e violenza, in Coniglio (una ex promessa del basket, ancora molto giovane) produce l'incapacità di prendere in mano la propria vita e condurla verso la giusta via. La società moderna - che non sorregge i disillusi - provoca del dolore involontario in una spirale senza fine. Il dolore causato da Coniglio è grande ed offende i sentimenti e le vite soprattutto di coloro a cui vuol bene. Un amore che nel suo caso non riesce a concretizzarsi e lui (personaggio a cui non si può far a meno di affezionarsi perché se ne individua il buon cuore e se ne intuisce l'incapacità involontaria di esprimersi) delude e affligge tutti. Un libro lucido e poetico ma profondamente triste. Forse con il passare degli anni le cose sono cambiate ed ognuno ha trovato il suo modo di fronteggiare la realtà in una società "rullo compressore". Ma l'autore che narra di un particolare periodo storico, in specifiche fasce della società americana, descrive una generazione che di fronte alle responsabilità, trova tristemente una sola possibilità: l'eterna fuga.
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