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[Milano] : Rizzoli, 2013
Abstract: Quale poeta meglio di Catullo ha cantato i capricci degli amanti? Chi più di Saffo ha interpretato la gelosia, il sentimento che ti rende più verde dell'erba? E sull'invidia, quali parole ci illuminano più di quelle di Seneca? Partendo con l'odio e terminando con l'amore, alfa e omega dell'animo umano, Umberto Broccoli - che da oltre dieci anni legge e commenta quotidianamente alla radio brani di autori classici, attualizzandoli e avvicinandoli al cuore del pubblico di oggi - ci accompagna con Odio e amo in un affascinante viaggio attraverso tutte le gradazioni delle emozioni, passando per l'amicizia e il rancore, l'euforia e la paura, la vanagloria e il desiderio. Un libro sulle passioni e pieno di passione che farà identificare tutti nelle parole degli classici, innamorandosene.
10 marzo 2014 alle 12:30
Nel capitolo di questo libro intitolato "Notte" dove si parla molto di sogni letterari riguardanti Roma, viene citata un'opera del viaggiatore arabo Abu Hamid al-Gharnati, "Il dono degli ingegni", e Umberto Broccoli ne riporta un brano come descrizione fantasiosa di Roma ; pero' in questo brano si legge : "Ha una sola porta, poiche' dagli altri lati e' circondata dal Mar Nero". Quest'ultima indicazione avrebbe dovuto mettere sul chi vive l'Autore perche' e' evidente che lo scrittore arabo non ci sta parlando della Citta' Eterna, attuale capitale d'Italia, ma della Nuova Roma, la città scelta come nuova capitale dell'impero romano da Costantino il Grande, cioe' Bisanzio, alias Costantinopoli, alias Istanbul (eis then polin, la Citta' per eccellenza per i romani d'Oriente o Bizantini, ma non solo per loro). In realta' la geografia arabo-islamica registra due citta', separate e distinte : una e' Roma ((in arabo
Rumiyah e Rumah), l'altra e' Costantinopoli (al-Qustantıniyyah). Ma la descrizione di Roma (Rumiyah) e' sempre interpolata, nelle fonti arabe, da quella di Costantinopoli, appunto la Nuova Roma. E' da tenere presente che i Romani d'Oriente nel Corano vengono chiamati Rum (proprio Romani ; vedere la Sura Ar-Rum ; XXX) e che i Persiani, protagonisti di una guerra secolare contro l'impero romano, anche dopo la caduta dell' impero romano d'Occidente, continuarono a identificare nell'impero comunemente detto oggi bizantino il loro grande nemico romano fino alla definitiva sconfitta della Persia avvenuta nel 7. secolo sotto l'imperatore d'Oriente Eraclio. Persino i turchi selgiuchidi quando ebbero conquistato l'Anatolia chiamarono i loro nuovi domini Rum selghiuchische, ovvero Impero Romano dei Selgiuchidi. Da tutto questo, forse, l'equivoco, che se equivoco non fosse sarebbe solenne trascuratezza, a mio avviso ancora piu' grave perche' perpetrata in un libro di carattere divulgativo. Cosa divulghiamo in questo modo, se non l'approssimazione ed il pressapochismo, che sono alcune delle piaghe del nostro Bel Paese?. Tra l'altro l'Autore e' docente universitario e, dal 2008, sovrintendente ai Beni Culturali di Roma Capitale. Ai posteri l'ardua sentenza.
Umberto Coldagelli
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