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Latina : Tunué, 2022
Abstract: Per Tristan la discarica cittadina è un tesoro pieno di storia. Passerebbe giorni e giorni a salvare e smontare ogni tipo di marchingegno, per farlo funzionare ancora. Finché non trova una scatola... la scatola. Tra le tante bizzarrie, questa contiene dei dischi, che mostrano la nascita e i cicli della varie civiltà, la loro ascesa e il loro declino in un costante ripetersi. Spaventato, il ragazzo cerca di distogliere il suo sguardo dall'apparecchio, ma non ci riesce. Da dove vengono quelle immagini? E quello strano macchinario?
15 novembre 2022 alle 07:51
Graffito, pergamena, libro, cannocchiale, fotocamera, videocamera: sei incancellabili elementi, di cui solo il momento presente ha in custodia il testimone passato.
Con queste pagine quasi pervase da un affondo esistenziale che ha del parossistico nonché da una recondita verità che trasuda inquietudine, Crew e Tan, è come se avessero scelto di reinterpretare l'astratta concezione che si ha del tempo in una concreta e fulminea concessione di poterlo osservare per mezzo di una integrale veduta che disintegra confini temporali, persone e ambiente.
Un'aperta o cauta provocazione al vivere quotidiano, sinonimo a volte di una frantumazione identitaria che fluisce verso quella che potrebbe esser definita come discarica della memoria?
Come reso noto alla sua fine, certo è che per gli autori, "The viewer", è anche un omaggio al "Viewmaster": gioco diffuso tra gli anni Ottanta e Novanta, che si componeva di «un congegno ottico in cui il bambino-spettatore inseriva un disco rotante di immagini, spesso storiche, in sequenza».
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