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Il re leone
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Il re leone

Milano : Walt Disney Studios Home Entertainment [distributore], 2013)

Abstract: Nelle Terre del Branco dell'Africa, governate dai leoni, gli animali celebrano la nascita del futuro re Simba, figlio del re Mufasa e della regina Sarabi alla Rupe dei Re. Il fratello minore di Mufasa, Scar, è geloso di Simba, che lo sostituisce come erede al trono. Pochi mesi dopo, mentre Simba cresce diventando un curioso cucciolo di leone, Mufasa gli fa fare un giro nelle Terre del Branco, insegnandogli le responsabilità di essere un re. Più tardi quel giorno, Scar inganna Simba facendogli esplorare un cimitero degli elefanti proibito con la sua migliore amica Nala, nonostante le proteste del bucero maggiordomo Zazu. Al cimitero, i cuccioli vengono attaccati dalle tre iene maculate Shenzi, Banzai e Ed; giunge tuttavia Mufasa, avvertito da Zazu, a salvare i due cuccioli. Mufasa impartisce una severa lezione a Simba sulle responsabilità di individuo e di sovrano e, una volta completamente riappacifificati sul "cerchio della vita". Shenzi, Banzai e Ed, essendo state bandite dalle prosperose Terre del Branco, complottano con Scar per uccidere Mufasa. Su ordine di Scar, le tre iene fanno scappare una grande mandria di gnu in una gola dove si trova Simba. Mufasa salva Simba, ma mentre cerca di arrampicarsi sulle pareti della gola, Scar in un primo momento lo trattiene, fingendo di aiutarlo, ma subito dopo, pronunciando inquietantemente le parole "Lunga vita al re", provoca la morte del fratello rigettandolo nel tumulto. Simba, dall'alto del dirupo, assiste alla scena disperandosi. Nonostante ciò, il leoncino non può sapere che l'artefice di ciò che vede sia lo zio, non riuscendo a vederlo, ma crede invece che il padre abbia perso la presa dalle rocce a cui stava cercando di aggrapparsi. Dopo che Simba trova il corpo di suo padre nella gola, Scar gli fa credere che la morte di Mufasa sia colpa sua e gli consiglia di scappare lontano e di non tornare mai più. Mentre Simba se ne va, Scar ordina alle iene di seguirlo ed ucciderlo, ma il cucciolo fugge. Scar annuncia in seguito che sia Mufasa che Simba sono stati uccisi nel tumulto e si fa avanti come nuovo re, permettendo a una moltitudine di iene di vivere nelle Terre del Branco. Simba, ormai lontano da casa, collassa in un deserto dalla stanchezza, ma viene trovato da Timon e Pumbaa, un suricato e un facocero che lo fanno tornare in salute. Timon e Pumbaa poi portano Simba con loro, e il leone vive una vita spensierata all'insegna del motto "hakuna matata" (una locuzione swahili realmente esistente, di uso estremamente comune in molte regioni dell'Africa centro-orientale, la cui possibile traduzione in lingua italiana è "non ci sono problemi" o "senza pensieri"). Anni dopo, Simba, ormai adulto, salva Timon e Pumbaa da una leonessa affamata, che si rivela essere Nala. I due si riconciliano e si innamorano. Nala cerca di far tornare Simba a casa, dicendogli che le Terre del Branco sono diventate un posto deserto senza cibo e senza acqua. Sentendosi ancora in colpa per la morte di suo padre, Simba rifiuta e se ne va. Il saggio mandrillo Rafiki, un ex consigliere di Mufasa, rintraccia Simba, dicendogli che Mufasa è ancora "vivo" e portandolo a uno stagno dove viene visitato dal fantasma di Mufasa, che gli dice che deve prendere il suo posto legittimo come vero re delle Terre del Branco. Simba poi si rende conto che non può più scappare dal suo passato e torna a casa. Nala, Timon e Pumbaa lo seguono, e decidono di aiutarlo a combattere. Alle Terre del Branco, Simba affronta Scar. Scar insulta Simba, che si sente ancora in colpa per la morte di suo padre, ma quando Scar spinge Simba fino al bordo della Rupe dei Re, egli rivela che ha ucciso lui Mufasa, facendogli poi credere che la colpa fosse sua. L'infuriato Simba salta su e obbliga Scar a rivelare la verità agli altri leoni. Timon, Pumbaa, Rafiki e le leonesse combattono le iene, mentre Scar, tentando la fuga, viene messo alle strette da Simba in cima alla Rupe dei Re. Scar implora la pietà di Simba, dicendo di far parte della famiglia e dando la colpa alle iene. Simba dice di non credere più a Scar, ma gli risparmia la vita e gli dice di andarsene e non tornare mai più; questo perché Simba non vuole diventare come lui. Scar cammina umilmente davanti a lui, ma poi attacca il nipote. Dopo una feroce battaglia, Simba trionfa e getta Scar giù dalla Rupe dei Re. Scar sopravvive alla caduta, ma viene attaccato e ucciso dalle iene che lo hanno sentito addossare la colpa su di loro. Senza più i nemici sconfitti, Simba scende dalla sommità della Rupe dei Re, dove è riconosciuto dal branco mentre ricomincia a piovere. Qualche tempo dopo, la Rupe dei Re è stata riportata al suo antico splendore e Simba guarda felicemente il suo regno con Nala, Timon e Pumbaa al suo fianco; Rafiki presenta il neonato cucciolo di Simba e Nala agli abitanti delle Terre del Branco e il "cerchio della vita" continua.

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«E l'amore avvolgerà / i sogni e la realtà. / Fra tutti c'è / perfetta armonia. / E ognuno incanterà.»
Trascorrono gli anni, mutano gli animi. Eppure, ad ogni sua visione, quella sottile linea fusa tra la realtà e l'universalità della vita, viene con impeto completamente travolta.
I citati versi de "L'amore è nell'aria stasera" (adattamento italiano dell'originale realizzato da Elton John - musica - e Tim Rice - testo -), non so dire il perché sin dall'infanzia siano stati particolarmente assorbiti in me come la singolare essenza di questa turbinosa poesia animata ma, a riammirarla a quasi trent'anni d'età, credo che in qualche inspiegabile forma, abbia per me sempre raccolto quel concentrico equilibrio illuminato con "Il cerchio della vita".
Tra lacrime di tristezza e scossoni di commozione, un'opera che ogni qualvolta può reimmergere nel ricordo delle proprie cadute interiori, delle abissali domande frapposte a forse irraggiungibili risposte o della forse mancata ultima spinta di coraggio che avrebbe potuto cambiare il futuro in una sinuosa via percorsa a passo di danza. Ma senza tutto questo, dove sarebbe la poliedricità della vita?
Ed ecco che il Rafiki della nostra voce interiore, della vicina persona amica o amata, quando meno lo si aspetta, dall'ignoto si rivela e d'impatto svela quel che l'anima aveva annebbiato dal tossico che l'aveva sommersa: l'unicità del sé antenato.
Reali temporanei di un indecifrabile universo, spesso dimentichi di un tutto che è ascolto e della vibrante rinascita su cui posa l'infinito.

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